UNICREDIT SI E’ FERMATO AD EBOLI

UNICREDIT SI E’ FERMATO AD EBOLI

Eccoci a una nuova puntata delle Storie della nostra amica alce.

Sono stati appena presentati i dati trimestrali di Unicredit e, emozionati, ma non stupiti, osserviamo la declamazione di grandi risultati, maturati grazie al duro lavoro di tutti i Lavoratori, a fronte dei quali l’azienda non ha trovato di meglio per ringraziarli che dispensare briciole in termini di Vap e un messaggio in inglese del ns. amministratore delegato…già, perché Unicredit si dichiara “Banca paneuropea vincente”!

Tutto questo sulla carta: perché, se poi andiamo nelle agenzie della nostra Region – che forse sono ancora oggi luoghi sconosciuti, a chi elabora, approva e pubblica i dati relativi al “Group Core RoTE, Cet, Rundown” e altri indici altamente tecnologici – vediamo che la realtà è ben diversa. Adesso capiamo perché alle nostre denunce, presenti nella Semestrale, l’azienda ha opposto un bieco silenzio.

Riscontriamo, infatti, un po’ dappertutto, che le linee informatiche non sono sufficienti rispetto alla mole di dati scambiati in modo quotidiano, poiché sono inveterate da anni di utilizzo senza adeguate politiche di ammodernamento e, di certo, non al passo con la tanto sbandierata rivoluzione 4.0.

Tanto detto comporta gravi e costanti rallentamenti dell’operatività, dalla lavorazione degli assegni, alla vendita dei prodotti, passando per accensione di conti, emissioni di carte e così via.

I Lavoratori sono sempre più costretti a dover correre per recuperare il tempo perso… da Unicredit.

Tanto denaro speso per “transform are” la banca e poi nei bagni non troviamo neanche il sapone per lavare le mani…

Vogliamo parlare, poi, della procedura di accentramento dei documenti?

Anche in questo caso, Unicredit ha pensato – al fine di evitare lo smarrimento di ordini di borsa, contratti, conti ecc. – di accentrare il tutto presso apposito server.

Peccato, però, che non abbia studiato il modo per rendere sicure le fasi di viaggio dei documenti, i quali vengono spediti materialmente.

Ciò comporta la grave conseguenza che, ad esempio, in caso di smarrimento durante il trasporto di contratti e/o ordini eseguiti, l’operatore sarà costretto a riacquisire le firme, con i rischi derivanti qualora il cliente non intenda ri-firmare quanto già sottoscritto.

Non possiamo consentire che il Lavoratore sia esposto a siffatto pericolo che deriva da un non efficiente sistema di trasmissione documentale, quando esistono già sistemi in uso sicuri come quello previsto per le garanzie.

Per questo, parafrasando nel titolo di questo comunicato un noto romanzo, ci viene da temere – ancora una volta – che il viaggio di progresso tecnologico di Unicredit sia più teorico che pratico, ben lungi dall’essere compiuto.

Pertanto, invitiamo i Lavoratori a segnalarci tutte le disfunzioni quotidianamente rilevate e chiediamo all’azienda che i progetti di sviluppo tecnologico siano all’altezza degli ambiziosi risultati commerciali richiesti ai propri dipendenti.

Infine…la domanda sorge spontanea: del miliardo e cento milioni di utile netto del primo trimestre quanto e come sarà reinvestito per riqualificare strumentazioni informatiche, linee telefoniche, procedure obsolete, programmi di adeguata formazione dei Lavoratori, chiare e trasparenti politiche di budget, un Vap finalmente consono ai sacrifici e all’impegno profuso?  

 

14 maggio 2018

COORDINATORI TERRITORIALI UNICREDIT REGION SUD

FABI   FIRST CISL   FISAC CGIL   UILCA   UNISIN

 

 

 

Autore dell'articolo: Redazione

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